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Il vaiolo: Storia, trasmissione e stato attuale

Il vaiolo, causato dal virus Variola, è stato uno dei maggiori flagelli della storia umana fino alla sua eradicazione ufficiale nel 1980. Questa malattia infettiva, altamente contagiosa e spesso mortale, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia medica e culturale dell’umanità. Attraverso una comprensione dettagliata delle cause, dei modi di trasmissione e della situazione attuale del virus, possiamo apprezzare meglio il significativo successo raggiunto con la sua eradicazione.

Il vaiolo: Storia, trasmissione e stato attuale

Che cosa provoca il vaiolo

Il vaiolo è causato dal virus Variola, un membro della famiglia dei Poxvirus. Il virus presenta due varianti: Variola major, responsabile di una forma più grave e letale della malattia, e Variola minor, che causa una versione meno severa del vaiolo. Il virus Variola è caratterizzato da una struttura complessa e da una modalità di replicazione che avviene esclusivamente all’interno delle cellule ospiti umane, non avendo un serbatoio animale noto. La specificità dell’ospite umano ha reso il vaiolo particolarmente adatto a diffondersi tra le popolazioni densamente popolate, con episodi storici che hanno devastato intere comunità.

Come avviene il contagio

Il vaiolo si trasmetteva principalmente attraverso contatto diretto con le secrezioni delle vie respiratorie di persone infette. Il virus poteva essere anche trasmesso per via aerea, attraverso goccioline espulse da un individuo infetto durante la tosse, gli starnuti o semplicemente parlando. Un’altra via di trasmissione era il contatto con oggetti contaminati, come vestiti o biancheria da letto. Il periodo di massima contagiosità coincideva con l’eruzione cutanea più attiva, quando le pustole si rompevano e rilasciavano il virus nell’ambiente circostante.

Come si contraeva il vaiolo

Dopo l’esposizione al virus, seguiva un periodo di incubazione che durava tipicamente da 7 a 17 giorni, durante il quale non si manifestavano sintomi e la persona non era contagiosa. Questo veniva seguito da un improvviso insorgere di febbre alta, mal di testa intenso, dolori al corpo e, talvolta, vomito. Questi sintomi iniziali erano spesso così gravi da costringere i pazienti a letto. Dopo alcuni giorni, iniziava la fase più distintiva e temuta della malattia: la comparsa di eruzioni cutanee inizialmente maculari, che si trasformavano in papule e successivamente in pustole piene di liquido. Queste lesioni erano estremamente dolorose e potevano coprire sia la pelle che le mucose interne, inclusi bocca e gola.

Come si contraeva il vaiolo

Dove c’è ancora

Nonostante l’eradicazione del vaiolo come malattia attiva, il virus Variola continua a esistere in condizioni controllate. Al momento, il virus è conservato in due laboratori di massima sicurezza: il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ad Atlanta, negli USA, e lo State Research Center of Virology and Biotechnology (VECTOR) in Russia. La conservazione di questi campioni permette ai ricercatori di studiare il virus per sviluppare nuove terapie e vaccini nel caso improbabile di una sua rianimazione o utilizzo come arma biologica.

La storia del vaiolo è una testimonianza potente delle capacità umane di confrontarsi e superare sfide sanitarie di enormi proporzioni. La campagna di eradicazione del vaiolo è un esempio di cooperazione internazionale e innovazione medica. Tuttavia, la continua presenza del virus nei laboratori ci ricorda la necessità di vigilanza e preparazione. Studiare la storia e le sue caratteristiche non solo aiuta a comprendere questa malattia specifica, ma offre anche intuizioni preziose nella lotta contro altre malattie infettive emergenti e riaffioranti. Ogni lezione appresa dalla battaglia contro il vaiolo rafforza la nostra capacità di rispondere a future minacce alla salute pubblica.

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