Angelo Desidera: la Passione nel Fitness Italiano - La Palestra

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Interviste

Angelo Desidera: la Passione nel Fitness Italiano

In questa intervista Angelo Desidera condivide i momenti chiave della sua carriera, le sfide superate e la sua visione per il futuro del settore, sottolineando l’importanza delle innovazioni tecnologiche e del ruolo di Ambassador nel promuovere il Fitness Made in Italy.

Angelo Desidera: la Passione nel Fitness Italiano

Ciao Angelo, come è iniziata la tua passione per il fitness e lo sport, quali sono stati i momenti chiave della tua carriera?

Direi che la mia passione per il fitness nasce da molto lontano. Mio padre ha fondato il Lanciani Tennis Club nel 1972 a Roma (avevo 12 anni). Ho avuto l’opportunità di crescere all’interno di un centro sportivo, vivendo pienamente le dinamiche del club e delle attività sportive. Nel 1980 ho iniziato a soggiornare due mesi all’anno a New York, collaborando con alcuni centri fitness e squash per imparare la lingua tra una partita a squash e un allenamento in palestra. Nel 1985 ho convinto mio padre a realizzare la nostra prima palestra all’interno del club! Poi nel 1983 ho partecipato a un evento Ihrsa negli Stati Uniti, e siamo stati il primo club in Italia ad affiliarsi.

Da sinistra Alessandro Madonia e il team di Palestre di Successo, Angelo Desidera, Frank Bhome titolare della catena tedesca Just Fit e Pier Goffredo Ronchi di Fibo
Da sinistra Alessandro Madonia e il team di Palestre di Successo, Angelo Desidera, 
Frank Bhome titolare della catena tedesca Just Fit e Pier Goffredo Ronchi di Fibo

Quali progetti stai attualmente seguendo e quali obiettivi ti sei prefissato per il prossimo futuro?

Al momento sono concentrato principalmente sul mio percorso di consulente nel settore fitness e sport, a livello globale, con una specializzazione nel settore fiere ed eventi. Questo settore mi ha sempre attratto, perché lo trovo stimolante per la crescita personale e per l’apertura che dà sul nostro settore a livello mondiale. Il mio obiettivo è riuscire a consolidare la posizione e la crescita della mia società di consulenza in Italia e a livello globale.

Puoi parlarci delle collaborazioni più significative che hai avuto con realtà italiane e internazionali?

Sicuramente le mie collaborazioni istituzionali, iniziate nel 1985, come addetto alle pubbliche relazioni internazionali con l’allora associazione di badminton e squash. Quello è stato il mio trampolino di lancio a livello europeo per quanto riguarda gli eventi sportivi. Ho poi proseguito con il gioco del cricket, per il quale sono stato premiato nei primi anni novanta dalla Federazione Internazionale per aver creato la prima scuola di avviamento al cricket in Italia. Successivamente, ho ricoperto l’incarico di vice presidente vicario di Confsport (Confcommercio), e infine ho rappresentato per sei anni nel board di Europe Active la nostra associazione, grazie alla fiducia del Presidente Duregon (Anif).

Angelo Desidera quali sono le principali sfide che hai incontrato nel settore e come sei riuscito a superarle?

In 42 anni di attività nel settore, ho affrontato diverse sfide. La prima, all’inizio degli anni ’80, è stata trovare un club a Roma dove giocare a squash dopo il mio ritorno da New York. Ricordo ancora la telefonata al CONI: mi chiesero se lo squash fosse un tipo di sci! Ho vinto la sfida di aprire il primo centro di squash a Roma nel 1981 coprendo con una struttura geodetica un campo di tennis esistente e costruendo i primi tre campi.
La seconda sfida è stata coinvolgere i tennisti del mio club nelle attività di aerobica e step, una sfida vinta nonostante le difficoltà. La terza, a metà degli anni ’90, è stata introdurre a Roma lo Spinning di Johnny G. Ricordo ancora le facce stupite degli avventori del primo evento sport&fitness della città: il Big Gym. Grazie a istruttori motivati, lo Spinning ha avuto un grande successo a Roma come nel mondo.

Come immagini l’evoluzione del settore delle palestre e del fitness nei prossimi anni in Italia?

Sono convinto che nei prossimi 10 anni il settore del fitness in Italia si avvicinerà maggiormente a quello europeo e internazionale, con l’avvento dei grandi gruppi di catene fitness in tutti i segmenti di mercato, dal Luxury al Low Cost. Le palestre indipendenti italiane continueranno a esistere, seppur in numero minore rispetto a oggi, molte si consorzieranno e alcune catene di palestre (non ancora esistenti) verranno costituite in Italia e diventeranno protagoniste in Europa. A livello normativo adotteremo i modelli europei, alcuni “distinguo” che ci sono oggi non esisteranno più. Ci sarà un appiattimento verso una “standardizzazione” che funziona a livello economico, ma toglie molto allo spirito innovativo tipico degli imprenditori italiani del settore.

Quali innovazioni tecnologiche o metodologiche pensi possano rivoluzionare il mondo del fitness?

L’avvento del digitale e dell’intelligenza artificiale porterà novità nel settore, a patto che si riesca a integrare queste tecnologie per migliorare la qualità del servizio erogato agli iscritti, non solo per ridurre i costi del personale nei centri fitness e sportivi. In Italia, il contatto umano è fondamentale per il successo di un centro fitness. La vera rivoluzione è già iniziata nel settore dei macchinari per il fitness, sempre più evoluti e in grado di personalizzare le necessità degli iscritti. Anche le analisi mediante bioimpedenziometria stanno diventando sempre più accurate e performanti. A livello metodologico, si assiste a una crescita professionale degli istruttori, personal trainer sempre più specializzati e preparati, con una metodologia che comprende tutti gli aspetti dell’allenamento.

Angelo Desidera, insieme ai titolari della società Spagnola Black Rocket
Angelo Desidera, insieme ai titolari della società Spagnola Black Rocket

Quali differenze noti tra le palestre italiane e quelle europee in termini di approccio al fitness e servizi offerti?

Le palestre europee sono uniformate verso un servizio professionale e serio, ma alquanto freddo. I servizi funzionano tutti, ma manca il calore umano che per noi “latini” è fondamentale. Un aspetto che mi ha colpito molto è il proliferare di centri fitness nelle zone industriali delle città, distanti dal centro, dove necessariamente si deve prendere l’auto o il bus per allenarsi. Le palestre europee offrono più servizi, specialmente se fanno parte di catene internazionali, come analisi del DNA, analisi metaboliche, teli doccia, box ricarica cellulari e spogliatoi executive.

Spiegaci in cosa consiste il ruolo di Ambassador nel settore del fitness?

L’Ambassador è una figura sempre più importante non solo nel fitness, ma anche in altri settori merceologici e associativi. Promuove, attraverso il proprio network, prodotti o servizi di un’azienda o associazione. Ho scoperto questo ruolo quasi per caso con il salone del fitness europeo e più autorevole a livello globale, il FIBO. Da 9 anni ricopro questo ruolo per il FIBO e il prossimo anno compirò 10 anni di attività con loro.
L’Ambassador deve conoscere a fondo il prodotto per promuoverlo, attivando tutte le soluzioni per facilitare l’accesso al servizio o prodotto promosso. Promuovo anche il fitness made in Italy, attraverso i miei canali internazionali e le competenze maturate in 42 anni di attività nel settore, nel quale ho ricoperto quasi tutti i ruoli, da titolare di centro sportivo a rappresentante di associazioni di categoria, federazioni, distribuzione di prodotti fitness, co-titolare di evento sportivo (MondoFitness), e infine consulente e Ambassador di aziende e fiere del settore. Direi un’esperienza a tutto campo.

Per contattare Angelo Desidera, potete scrivergli a

angdesi@gmail.com

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